Lo volle il principe Pier Francesco Orsini detto Vicino “sol per sfogare il core”. Lo ideò quel grande architetto che fu Pirro Ligorio, colui che dopo la morte di Michelangelo fu chiamato a lavorare in San Pietro. Senza che l’Orsini ed il Ligorio se lo immaginassero ne uscì un capolavoro che dura nel tempo, e che la fantasia popolare ribattezzò come PARCO DEI MOSTRI.
Entrando in questo luogo, sarete accolti dai versi incisi sotto le due Sfingi. Passerete poi di sorpresa in sorpresa per l’improvviso apparire di animali e figure di pietra. L’elefante che sta per ucidere un guerriero, la lotta tra Draghi, l’Orco, la Bella addormentata nel bosco, Ercole che squarcia Caco, Orsi in agguato, animale a tre teste, Nettuno sull’alto di una vasca, Sirene ed altre figure interessanti, ed infine sopra la testa di un Orco, il Mappamondo con sovrastante in miniatura il Castello Orsini a significare la potenza del Casato. Queste sculture scolpite nei grossi blocchi di pietra ivi radicati vi sembrano sorte dal suolo come prodigio. Il tutto risale al XVI secolo (1552) epoca in cui si sviluppava un ideale di vita fra il Principesco e il Cortigiano. Questo bosco ha ispirato molti artisti del tempo, come l’Annibal Caro, il Bitussi ed il Cardinal Modruzzo, per esprimere la loro meraviglia, vollero lasciare incisi sul posto “epigrafi e versi”.